parcours interculturels
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Wide e Wider City

Iolanda Pensa, Luca Vitone

1 La pratica

2 Spunti di riflessione

2.1 Punti di forza

"Wide City e Wider City" offrono un diverso sguardo sulla città di Milano, uno sguardo "turistico" che evita le mete tradizionali del turismo per concentrasi sui nuovi luoghi che stanno caratterizzando la città. La mappa permette di mostrare come la stessa città sia un luogo interculturale capace di aprirsi a itinerari sempre nuovi e diversi.

"Wide City e Wider City" non sono dei progetti grafici. Sono mappe, ma la mappa non è l'elemento estetico dell'opera, quanto quello funzionale. Quello che interessa a Vitone è il percorso, l'itinerario personale di chi utilizza gli indirizzi e lo stradario come strumenti. Ed è proprio questo il ruolo della mappa: non essere l'opera in sé, ma lo strumento che innesca l'opera, evocando il movimento naturale di agguantare una cartina nel centro turistico e cominciare l'esplorazione di un luogo, o di un nuovo luogo. L'oggetto è quasi nostalgico, legato ad un linguaggio inevitabilmente datato nel tempo di Google Map e Google Earth.

2.3 Conclusione: cosa è esportabile nella pratica

Temi

  • analisi di una città europea;
  • la presenza straniera o i simboli "stranieri" di una città come luoghi di attrazione e attraenti;
  • la città come un insieme di percorsi personali e collettivi;
  • l'ambiente come insieme cangiante e in costante trasformazione di risorse;
  • le risorse ambientali come la somma di persone, luoghi, culture, provenienze e itinerari.

Metodologia
  • uno strumento per un "turismo" alternativo;
  • un'opera d'arte che parte da una ricerca per raccontare un luogo;
  • l'intercultura come caratteristica geografica e ambientale;
  • una mappa come strumento e accesso per la costruzione di percorsi personali;
  • delle liste di indirizzi come risorsa per conoscere e riconoscere luoghi e persone che spesso coscientemente o incoscientemente ignoriamo o evitiamo.