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Africa Remix

Valentina Moschini, Iolanda Pensa, Giulia Paoletti

Abstract (English)

"Africa Remix" is the most important and ambitious exhibition of contemporary African art of the last twenty-years. The works of 88 artists coming from 24 different countries were exhibited in four different galleries, three in Europe and one in Asia (Düsseldorf, London, Paris and Tokyo). Under the direction of Simon Njami, an international team of curators (i.e. Marie-Laure Bernadac, Centre Georges Pompidou; David Elliott, Mori Art Museum; Roger Malbert, Hayward Gallery; Jean-Hubert Martin, Museum Kunst Palast) selected artists both from the African continent (North and Sub-Saharan Africa) and the diaspora in order to value the multiplicity of the contemporary African production. This explains why curators included artists with different origins, gender, generation and art practices (visual arts, installations, design, video etc.). As the title of the exhibition suggests, Africa Remix aims at juxtaposing, or better Remix, heterogeneous and contrasting representations and visions of the contemporary world. The works are grouped along three main thematic axes: History & Identity; Body and Soul; City and Land. The thematic structure becomes then a strategy to disenfranchise artists and African art from the expectations created by the politics of identity.

 

Abstract (italiano)

"Africa Remix" è la più imponente ed ambiziosa rassegna internazionale di arte contemporanea africana dell'ultimo ventennio. Le opere di 88 artisti provenienti da 24 paesi diversi sono state esibite in quattro sedi, tre europee e una asiatica (Düsseldorf, Londra, Parigi e Tokyo). Sotto la direzione artistica di Simon Njami, un team internazionale di curatori (i.e. Marie-Laure Bernadac, Centre Georges Pompidou; David Elliott, Mori Art Museum; Roger Malbert, Hayward Gallery; Jean-Hubert Martin, Museum Kunst Palast) ha selezionato artisti sia del continente africano (Nord Africa e Africa sub-Sahariana) che della diaspora, per mostrare e valorizzare la multiplicità della produzione artistica comporanea. Per questo i curatori hanno incluso artisti di diversa origine, genere, generazione e pratica artistica (arti visive, installazioni, design, video ecc.). Come il titolo della mostra suggerisce, Africa Remix si propone di giustapporre, o meglio remixare rappresentazioni e visioni anche eterogenee e discordanti sulla realtà contemporanea. Le opere sono raggruppate lungo tre assi tematici: History & Identity; Body and Soul; City and Land. L'organizzazione tematica diventa così una strategia per svincolare gli artisti e l'arte africana dalle aspettative definite dalle politics of identity.

1 La pratica

1.1 Descrizione del progetto

"Africa Remix" è la più imponente ed ambiziosa rassegna internazionale di arte contemporanea africana dell'ultimo ventennio. Le opere di 88 artisti provenienti da 24 paesi diversi sono state esibite in quattro sedi, tre europee e una asiatica (Düsseldorf, Londra, Parigi e Tokyo). Sotto la direzione artistica di Simon Njami, un team internazionale di curatori (i.e. Marie-Laure Bernadac, Centre Georges Pompidou; David Elliott, Mori Art Museum; Roger Malbert, Hayward Gallery; Jean-Hubert Martin, Museum Kunst Palast) ha selezionato artisti sia del continente africano (Nord Africa e Africa sub-Sahariana) che della diaspora, per mostrare e valorizzare la multiplicità della produzione artistica comporanea. Per questo i curatori hanno incluso artisti di diversa origine, genere, generazione e pratica artistica (arti visive, installazioni, design, video ecc.). Come il titolo della mostra suggerisce, Africa Remix si propone di giustapporre, o meglio remixare rappresentazioni e visioni anche eterogenee e discordanti sulla realtà contemporanea. Le opere sono raggruppate lungo tre assi tematici: History & Identity; Body and Soul; City and Land. L'organizzazione tematica diventa così una strategia per svincolare gli artisti e l'arte africana dalle aspettative definite dalle politics of identity.

1.2 Struttura e fasi del progetto

L’idea di un'esposizione di artisti africani di grandi dimensioni è nata quando David Elliot e Simon Njami facevano parte della giuria alla Biennale di Dakar nel 2000. Nello stesso periodo, Jean-Hubert Martin stava sviluppando il progetto di una esposizione su larga scala di artisti africani, che riprendesse Magiciens de la Terre, mostra criticata soprattutto per l’aspetto esclusivamente visionario ed autodidatta degli artisti africani selezionati.

L'approccio di Simon Njami e della sua rivista, Revue Noire, si concentrava, invece, sulla produzione urbana connessa alla scena internazionale, con un’attenzione particolare alla fotografia. Questi due poli di interesse hanno fornito un terreno fertile per la creazione di questa mostra. L’equipe del Museum Kuns Palast di Düsseldorf ha concretamente realizzato la selezione, grazie all’organizzatore deli progetto Mattijs Visser ed alla coordinatrice Claudia Banz. Il finanziamento è giunto dal Prince Claus Fund, ma anche dalla South Bank Centre e dal Programme Afrique en Créations.

"Africa Remix" è stata quindi realizzata attraverso la collaborazione di quattro centri espositivi, Centre Georges Pompidou, Mori Art Museum, Hayward Gallery e Museum Kunst Palast.
La visibilità della mostra è stata favorita dal suo inserimento nel programma Africa '05 tenutosi a Londra. Africa '05 è la più vasta programmazione dedicata all’Africa realizzata a dieci anni da Africa95. Da febbraio ad ottobre 2005 sono state organizzate mostre d’arte, sia antica che contemporanea; rassegne cinematografiche; dibattiti sulla letteratura, politica, sviluppo e cooperazione; spettacoli musicali e di danza e molte altre iniziative.

1.3 Sede e contesto

  • Düsseldorf, Museum Kunst Palast (24/07-07/11/2004).
  • London, Hayward Gallery (10/02-17/04/2005).
  • Paris, Centre Georges Pompidou (25/05-15/08/2005).
  • Tokyo, Mori Art Museum (02-05/2006).

Si sta al momento parlando di una nuova edizione della mostra a Johannesburg, Sudafrica.

Le città che hanno presentato "Africa Remix" non sono nuove ad esposizioni di "arte contemporanea africana" (per una lista completa di esposizioni si può consultare http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_contemporanea_africana).
Il caso più interessante è comunque il collegamento tra Africa Remix e Magiciens de la Terre del 1989, ospitate entrambe al Centre Pompidou di Parigi. "Africa Remix" si è infatti iscritta nel dibattito che aveva animato Magiciens de la Terre, collocandosi come un successore e una risposta a quella prima esposizione.

1.4 Target

"Africa Remix" è nata come un progetto ambizioso che si proponeva di raggiungere un pubblico estremamente vasto. Il carattere itinerante della mostra ha permesso di coinvolgere non solo il pubblico europeo, ma anche quello asiatico. La gestione logistica della mostra - ovvero la scelta strategica delle sedi espositive - rivela però che il target non era il pubblico internazionale, quanto piuttosto il pubblico internazionale-occidentale. Come era emerso alla conferenza di apertura a Londra, molti artisti e curatori si sono lamentati del fatto che "Africa Remix" fosse l'ennesima mostra africana commissionata, ideata e diffusa in Occidente. E se l'arte africana contemporanea è un brand ideato per l'import-export di un continente e della sua diaspora, il prodotto era destinato al pubblico occidentale visto che il pubblico e le istituzioni africane non sono state coinvolte nella creazione né nella fruizione.

1.5 Metodologia

"Africa Remix" vuole invalidare molte delle distinzioni tradizionali tra Africa e diaspora, Africa francofona e anglofona, Maghreb e Africa subsahariana. Secondo il curatore, l’esposizione è sintomatica di una fase nuova per gli artisti africani, che - dopo un primo periodo, coincidente con gli anni successivi all’indipendenza, in cui cercavano di recuperare la propria “africanità”, e una seconda fase, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta, nella quale i produttori chiedevano di non essere più valutati in base alla loro provenienza - hanno raggiunto una consapevolezza ed una maturità tali da non dover più dimostrare niente a nessuno.

È per questo che, in mostra e nel catalogo, gli artisti non sono divisi per provenienza quanto piuttosto in aree semantiche, in cui può essere collocata e letta la loro opera, individuando tre coppie di concetti, utili a comprendere quali forze sono in gioco e quali sono gli elementi ricorrenti e rintracciabili in ciascuno dei lavori in mostra:

  • Identity & History.
  • Body & Soul.
  • City & Land.

Il risultato di queste tre sezioni è una mostra complessa, in cui anche le singole parti non si presentano omogenee. Al contrario, valorizzano i contributi, le personalità, le sensibilità e le percezioni individuali degli artisti su temi di grande rilevanza nelle società contemporanee, locali e globali.

1.6 Autori, collaboratori, finanziamenti e network

Artisti

  • Fernando Alvim
  • Hicham Benohoud
  • Goddy Leye
  • Akinbode Akinbiyi
  • Jane Alexander
  • Ghada Amer
  • El Anatsui
  • Rui Assubuji
  • Lara Baladi
  • Yto Barrada
  • Luis Basto
  • Willie Bester
  • Berry Bickle
  • Bili Bidjocka
  • Andries Botha
  • Wim Botha
  • Zoulikha Bouabdellah
  • Frédéric Bruly Bouabré
  • Paulo Capela
  • Loulou Chérinet
  • Soly Cissé
  • Omar D.
  • Tracey Derrick
  • Allan deSouza
  • Dilomprizulike
  • Marlene Dumas
  • Mohamed El Baz
  • Amal & Abdel-Ghany El Kenawy
  • Shady El Noshokaty
  • Ymane Fakhir
  • Mounir Fatmi
  • Samuel Fosso
  • Jellel Gasteli
  • Gera
  • David Goldblatt
  • Romuald Hazoumé
  • Jackson Hlungwani
  • William Kentridge
  • Bodys Isek Kingelez
  • Abdoulaye Konaté
  • Ananias Leki Dago
  • Georges Lilanga Di Nyama
  • Franck Lundangi
  • Goncalo Mabunda
  • Michèle Magema
  • Abu-Bacar Mansaraï
  • Julie Mehretu
  • Myriam Mihindou
  • Santu Mofokeng
  • Zwelethu Mthethwa
  • Hassan Musa
  • Wangechi Mutu
  • Ingrid Mwangi
  • Sabah Naim
  • Moataz Nasr
  • Otobong Nkanga
  • Aimé Ntakiyica
  • Antonio Olé
  • Richard Onyango
  • Owusu-Ankomah
  • Rodney Place
  • Pume
  • Tracey Rose
  • Chéri Samba
  • Zineb Sedira
  • Benyounès Semtati
  • Sérgio Santimano
  • Yinka Shonibare
  • Joseph Francis Sumegné
  • Pascale Marthine Tayou
  • Patrice Felix Tchicaya
  • Guy Tillim
  • Titos Mabote
  • Barthélémy Toguo
  • Cyprien Tokoudagba
  • Fatimah Tuggar
  • Ernest Weangai
  • Sunday Jack Akpan
  • Moshekwa Langa
  • Abu-Bakarr Mansaray
  • Eileen Perrier
  • Balthazar Faye.
  • Cheik Diallo.
  • Joël Andriaonomearisoa
  • Lucy Duran
  • Dudu Sarr.

Fino a pochi mesi prima dell' apertura erano previsti:
  • Georges Adeagbo
  • Meschac Gaba
  • N'Dilo Mutima
  • Eileen Perrier
  • Zarina Bhimji.

Sono stati aggiunti:
  • Sunday Jack Akpan
  • Moshekwa Langa
  • Abu-Bakarr Mansaray
  • Eileen Perrier.

Organizzazione
Curatore: Simon Njami
Co-curatori:
  • Els van der Plas
  • David Elliott
  • Jean-Hubert Martin
  • Marie-Laure Bernadac
  • Roger Malbert.

Organizzatori
A Düsseldorf
  • Mattijs Visser: manager esposizione.
  • Claudia Banz: manager progetto.

Testi in catalogo
  • Simon Njami
  • David Elliott
  • Jean-Hubert Martin
  • Marie-Laure Bernadac
  • John Picton
  • Jean Loup Amselle
  • François Bensignor
  • Manthia Diawara
  • Bernard Müller
  • Hudita N. Mustafa
  • Clémentine Deliss
  • Yukita Kawaguchi
  • Cédric Vincent
  • Thomas Boutoux.

Budget e Finanziamenti
A Düsseldorf Sponsor principali:
  • Degussa AG
  • E.ON AG
  • METRO Group
  • Düsseldorf.

Altri sponsor
  • Frankenheim
  • Rheinische Post
  • Kulturpartner WDR 3
  • Ministero Comunità Fiamminga
  • Prince Claus Fund
  • AFAA, Afrique en Créations.

Collegamenti esterni

  • http://www.africaremix.org.uk/
  • http://www.bbc.co.uk/bbcafrica/africa05/
  • Maureen, Murphy. "Africa Remix", pp. 142-144, con risposte di Simon Njami, Marie-Laure Bernadac e Jean-Hubert Martin, p. 144-146 in Gradhiva, n. 2, Ed. Musée du quai Branly, Paris, November 2005.
  • Maureen, Murphy."Africa Remix" in Frontières, (para-para), Parachute, n. 120, October-December 2005, p. 8.
  • Africa Remix. Contemporary Art of a Continent, Hayward Gallery Publishing, London, UK, 2005.
  • Africa Remix. l'Art contemporain d'un continent, Èditions du Centre Pomidou, Paris, France, 2005.
 

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