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New Crossroads

Iolanda Pensa

1 La pratica

2 Spunti di riflessione

2.1 Punti di forza

L'opera "New Crossroads" ha una grande forza artistica e comunicativa. Il video mostra un'accurata ricerca estetica capace di evocare un luogo, evitando lo stile documentario. L'opera d'arte permette infatti una rappresentazione che, allontanandosi dalla realtà, riesce ad analizzare, raccontare e cogliere il reale in modo estremamente più intenso e realistico di un ritratto pedissequo.

2.2 Punti critici

L'installazione e video "New Crossroads" ha suscitato numerose critiche da parte dell'associazione Public Eye e degli organizzatori di Cascoland. L'installazione è stata accusata di non coinvolgere sufficientemente gli abitanti del quartiere e il video è stato attaccato perché offre un ritratto parziale del processo. Gli obiettivi e la metodologia degli artisti Kevin van Braak e Rossella Biscotti si è scontrata con gli obiettivi e la metodologia di Public Eye e Cascoland: i primi volevano produrre durante il loro soggiorno sudafricano un'opera, forte e interessante da poter essere esposta in mostre internazionali e girare nel circuito dell'arte contemporanea; i secondi erano forse più concentrati su un progetto di cooperazione e di sviluppo che sulla produzione di nuovi lavori artistici.

Il video è poi stato in parte confuso con un documentari: ci si aspettava che il filmato rappresentasse esattamente il processo, mentre gli artisti aspiravano a creare un'opera indipendente dal progetto, capace di avere senso compiuto senza necessariamente evocare il workshop e capace di raccontare una comunità in modo sperimentale.

Anche il fatto che la comunità locale sia stata invitata a recuperare i pezzi di legno verde è stato molto criticato. Il gesto è stato interpretato come un atto di carità, un'offerta ai bisognosi, mentre nelle intenzioni degli artisti si trattava di un modo per distribuire l'opera, per renderla collettiva e decentralizzata. Il valore simbolico del gesto è stato compreso più dalla comunità locale che dagli organizzatori, impegnati a creare un "buon" progetto, politicamente corretto, capace di evitare polemiche, critiche, insoddisfazioni.

2.3 Conclusione: cosa è esportabile nella pratica

Temi

  • auto-trasformazione del territorio;
  • analisi, interpretazione e destrutturazione dei simboli urbani e del concetto di monumento;
  • creazione di nuovi simboli urbani (invisibili e decentralizzati);
  • rappresentazione di un territorio attraverso l'evocazione;
  • difficoltà interpretative di un'opera realizzata in un contesto che somma interessi e necessità diverse (desiderio di cooperazione, di sviluppo, di creare interventi innovativi, di produrre una nuova opera d'arte, di creare collegamenti tra comunità, di raccontare un paese lontano, di mettere tutti di buon umore, di non creare conflitti...).

Metodologia
  • realizzazione all'interno di una workshop di un'opera d'arte a tutti gli effetti, senza compromessi;
  • traduzione di un contesto urbano "altro" per un pubblico internazionale, senza cadere nel didascalico;
  • opera composta da più elementi;
  • video dell'installazione, non documentativa/documentaria ma opera indipendente.